Descrizione
Che cosa ne è della politica in tempo di crisi, si chiede Étienne Balibar, tra i più autorevoli filosofi politici contemporanei. La pandemia continua a definirsi come suo spartiacque, come occasione per un suo ripensamento radicale. Le manifestazioni Black Lives Matter rappresentano la richiesta più viva di una riforma spirituale e materiale della società in tutto il mondo. L’«insurrezione» di massa di comuni cittadini contro un ordine sociale impresso nelle istituzioni, così come la crisi del servizio pubblico sanitario, lascia emergere drammatiche «differenze antropologiche» di fronte al virus.
Eppure, dove lo Stato sembrava non reggere, a resistere è stata la comunità, la capacità spontanea di pensare, di prevedere, di organizzare la solidarietà e la cooperazione da parte di una moltitudine di cittadini uguali: dalle équipe di operatori sanitari negli ospedali a corto di mezzi alle reti di associazioni che hanno offerto sostegno al territorio.
La pandemia inaugura un tempo in cui l’umanità ha l’occasione di riscoprirsi per quello che è: un’unica specie, divisa da interessi macroscopici contrastanti, e che però deve imparare a farsi carico, collettivamente, della propria comune vulnerabilità.
Note biografiche
Professore emerito di Filosofia politica e morale presso l’Università di Paris Nanterre, insegna presso la University of California di Irvine. Allievo di Louis Althusser, è noto per la sua riflessione critica sulle categorie concettuali di razza, cultura e identità. Tra i suoi titoli più recenti, Cittadinanza (2012), Crisi e fine dell’Europa? (2016) e Gli universali. Equivoci, derive e strategie dell’universalismo (2018).