Descrizione
L’idea che il socialismo sia finito è una
finzione che, sfortunatamente, trova molti
adepti. Se il capitalismo ha avuto bisogno
di almeno tre secoli per formarsi, perché
pretendere che il socialismo si sarebbe
dovuto costituire e affermare, nella sua
pienezza, in un unico secolo? La pandemia
del capitale ha fatto della reinvenzione
di un nuovo modo di vivere il maggiore
imperativo del nostro tempo.
La crisi economica e l’esplosione della
pandemia hanno estremizzato le condizioni
della classe lavoratrice, già sotto attacco. Se
il Brasile si trovava già da prima a gestire
una situazione lavorativa estremamente
sfruttata e precarizzata, l’elevata mortalità
e la povertà generalizzata caratterizzano
il Paese come uno dei campioni di una
tragedia in corso. È rimasta qualche
possibilità alla classe operaia di arrestare
e superare il meccanismo onnivoro del
capitale?
Note biografiche
(San Paolo, 1953)
Professore ordinario di Sociologia all’Università di Campinas, in Brasile, e Visiting Professor presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, collabora con il
Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Tra questi ricordiamo: Il lavoro in trappola. La classe che vive di lavoro (2006), Il lavoro e i suoi sensi. Affermazione e negazione del mondo del lavoro (2016), Addio al lavoro? La metamorfosi e la centralità del lavoro
nell’era della globalizzazione (2019) e Il privilegio della servitù: il nuovo proletariato dei servizi nell’era digitale (2020). Castelvecchi ha già pubblicato Politica della caverna. La controrivoluzione di Bolsonaro (2019).