Descrizione
L’immagine, ripresa da Locke, ben si addice a illustrare un laicismo che trova il proprio centro in una concezione dello Stato che nel
conflitto tra la religione e l’irreligione non prende posizione né per la credenza né per la miscredenza, lasciando che ognuno se ne vada per le strade che gli comanda la sua spiritualità. Sarà buona quella strada, o cattiva? Non sappiamo. Sappiamo soltanto che è la sua strada. E tanto basta per chi «ritiene che la verità abbia molte facce, e non vi sia alcun criterio oggettivo e assoluto per distinguere la verità dall’errore» (sono parole di Bobbio). In questo caso, spiegava, «l’unico rimedio è l’incontro o lo scontro delle opinioni, dei giudizi, delle idee, vale a dire una situazione che non può attuarsi senza libertà», a cominciare evidentemente dalla libertà di coscienza che proprio
perciò è la pietra angolare del laicismo bobbiano. E dunque, contro l’oggettivismo morale, il relativismo etico. Contro i richiami di una fede obbediente, le esigenze di una volontà autonoma. E contro i privilegi del confessionalismo, le parificazioni dello Stato laico: pur con i toni conversevoli che
testimoniavano la squisitezza dell’uomo, quello di Bobbio è un pensiero «contro» che perciò non sopporta contaminazioni spurie né troppo elastiche interpretazioni. E il saggio di Gaetano Pecora ne scruta ogni più riposta piega, non rinunciando nemmeno a
segnalarne talune incertezze e oscillazioni, ma giunge un momento in cui gli sviluppi stessi dei presupposti bobbiani fanno scattare la molla di una ultima risoluzione che dice: «questo sì, questo no»; la tale idea è compatibile e può entrare nei territori della laicità; la talaltra è incongrua e deve restarne fuori. Per cui anche quando la ragione è tremula e vacillante, anche allora essa accende un cerchio di luce nel quale si vede ancora sufficientemente bene; almeno per quel tanto da distinguere, da separare e, se del caso, da contrapporre. Distinguere, separare, contrapporre: sono precisamente le virtù per le quali la lezione di Bobbio ha scavato un solco profondo nella memoria di tutti e ha tanto da insegnare ancora oggi.
Note biografiche
Gaetano Pecora è ordinario di Storia delle dottrine politiche. Insegna nell’Università del Sannio e alla Luiss. Tra i suoi saggi ricordiamo: Uomini della democrazia, con prefazione di N. Bobbio (Esi, 1987, 2007); Il pensiero politico di Hans Kelsen (Laterza, 1995; trad. in Brasile nel 2015); Il liberalismo anomalo di Friedrich August von Hayek (Rubbettino, 2002; trad. inglese nel 2015). Per i tipi della Donzelli, ha pubblicato Socialismo come libertà. La storia lunga di Gaetano Salvemini (2012), vincitore del Premio Giacomo Matteotti; La scuola laica. Gaetano Salvemini contro i clericali (2015); Carlo Rosselli, socialista e liberale. Bilancio critico di un grande italiano (2017). Collabora al Domenicale del «Sole 24 Ore». Dirige l’«Archivio storico del Sannio».