Descrizione
La memoria di piazzale Loreto è una memoria incompiuta, che non è riuscita a diventare memoria fondativa dell’Italia libera e democratica, poiché in essa si intrecciano le contraddizioni di oltre settant’anni di storia: dai conti mai risolti con il fascismo ai conflitti politici durante la guerra fredda, fino alla memoria debole e post-ideologica di oggi, che si logora tra la retorica delle vittime e quella della pacificazione. All’alba del 10 agosto 1944 quindici antifascisti detenuti nel carcere di San Vittore furono fucilati sul piazzale, senza regolare processo o specifica incriminazione, da un gruppo di militi fascisti su ordine degli occupanti tedeschi. I corpi furono ammassati contro una staccionata di legno e lasciati lì fino al tardo pomeriggio. I milanesi ammutoliti vi assistettero sgomenti e nel silenzio la piazza fu subito ribattezzata piazzale Quindici martiri. Nei giorni della Liberazione, il 29 aprile 1945, furono portati in piazzale Loreto i corpi di Mussolini, di Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti uccisi sul Lago di Como. La folla euforica e inferocita accorse per vedere la fine del regime. Le immagini di quella mattina si sovrapposero nella memoria collettiva a quelle dell’anno precedente: furono solo poche ore, ma da quel momento piazzale Loreto non sarebbe più stato soltanto piazzale Quindici martiri. Frutto di uno scrupoloso lavoro di analisi di fonti in gran parte inedite, il libro ricostruisce l’attività antifascista dei martiri e dei loro famigliari, la sequenza degli arresti, le logiche che portarono all’eccidio e fa luce su quello che ne seguì. Nipote del maestro antifascista Salvatore Principato, uno dei martiri di piazzale Loreto, Massimo Castoldi ha raccolto negli anni materiali relativi all’eccidio del 1944 e alle alterne vicende legate alla storia di quel luogo, diventando un testimone della memoria di piazzale Loreto.
Note biografiche
Massimo Castoldi è membro della Commissione per l’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Pascoli e insegna Filologia italiana all’Università degli Studi di Pavia. Filologo e critico letterario, si è occupato di memorialistica della Resistenza e delle deportazioni, collaborando alla ricerca e all’attività didattica della Fondazione Memoria della Deportazione. Sul tema ha curato i volumi M. Chiorri Principato, Storia di un comitato. Il Comitato Onoranze Caduti per la Libertà. Milano 1945-1956 (FrancoAngeli, 2014) e 1943-1945: i «bravi» e i «cattivi». Italiani e tedeschi tra memoria, responsabilità e stereotipi (Donzelli, 2016).