Descrizione
Nell’estate del 1922, a bordo di un veliero chioggiotto, Giovanni Comisso naviga lungo le coste dell’alto Adriatico, osservando la vita operosa e silente dei pescatori, la danza lenta dei loro ritmi e delle loro abitudini, gli umori e le tristezze, i luoghi di una vita semplice e modesta, le rade, i porti, le osterie: nascono così le storie di Gente di mare, premio Bagutta nel 1929. Il piacere della libertà e del vagabondare è dominante; si avverte l’ebbrezza di un’esistenza in cui tutte le sensazioni sono così intense che gli uomini e le cose appaiono trasfigurati, avvolti in un’atmosfera incantata. Nella scrittura si combinano l’abbandono estatico alla contemplazione della natura e del mondo paesano delle lagune con i ritratti delle figure umane: pescatori, taglialegna, contadini, commercianti di terra e di mare, finanzieri, padroni di velieri, donne e ragazzi. Uomini e paesaggi raccontano una vicenda perpetua di partenze e di approdi.
Dopo Gioventù che muore, La nave di Teseo continua la ripubblicazione dell’opera di Giovanni Comisso a cura di Paolo Di Paolo.
“ Giovanni Comisso procede per accumulo di sensazioni. La commozione felice che suscitano molte sue pagine è data da questo intensissimo, estenuante tentativo di trattenere tutto, di non perdere niente, di cristallizzare nei sintagmi la lucentezza, il brillio, l’impermanenza delle cose.”
Paolo Di Paolo
“ Comisso è quel tipo di scrittore ‘naturale’, ‘puro’: uno scrittore con lo sguardo privo di qualunque artificio e diretto alla poesia universale delle cose.”
Benedetta Centovalli
“ Comisso rispondeva alla vita con la vita. La scrittura in lui è inesistente, tanto traspare sulle cose; e tanto è convinta e senza incertezze.”
Pier Paolo Pasolini
“ Narratore di momenti, affidato come un sughero alla corrente che viene e va.”
Eugenio Montale
Note biografiche
Giovanni Comisso è nato a Treviso nel 1895. Dopo gli studi classici si arruola volontario, partecipando alla Prima Guerra Mondiale e all’impresa di Fiume. Rientrato dal fronte, prosegue gli studi a Genova e poi a Siena; si laurea in Legge, ma abbandona presto l’attività da avvocato, per lavorare come libraio a Milano e successivamente come mercante d’arte a Parigi, dove ha un lungo sodalizio con il pittore De Pisis e con lo scultore Arturo Martini. Prolifico scrittore e giornalista, ha vinto il Premio Bagutta con Gente di mare (1928), il Premio Viareggio con Capricci italiani (1952) e il Premio Strega con Un gatto attraversa la strada (1955); ha viaggiato in Italia e all’estero come inviato speciale, collaborando con “Solaria”, “L’Italiano”, “Il Mondo” e i quotidiani “Corriere della Sera”, “Il Giorno” e “Il Gazzettino”. Muore nel 1969 a Treviso, che gli intitolerà dieci anni dopo l’omonimo Premio letterario.