Descrizione
In questo libro l’autrice affronta l’analisi di tre fotografi: Mapplethorpe, Witkin e Serrano. L’analisi propone delle fenditure, degli spazi di lacerazione dove la comparazione tra i testi fotografici provoca un urto di senso, dimostrando come la fotografia non sia semplice luogo di contemplazione del bello, bensì eterno risuonare di campane funebri. Di questo gioco con l’arte e la cultura, l’organismo e le sue articolazioni, la vita e la morte, il desiderio e la violenza, si troverà nelle pagine che seguono un resoconto coinvolto e coinvolgente, che instaura un regime dialogico e un tragitto rizomatico che rimanda costantemente dalle immagini alla loro osservatrice fino al lettore. E ritorno.