Descrizione
Un libro sulla storia del movimento operaio a Porto Marghera e sulle lotte che si susseguirono nel polo petrolchimico tra gli anni sessanta e settanta, lotte sostenute da lavoratori fortemente acculturati che per la prima volta si dotavano di forme autonome di organizzazione. Un volume che traccia attraverso documenti, volantini e testimonianze le principali tappe di uno dei più avanzati laboratori del conflitto tra capitale e lavoro. L’importanza delle riviste “Progresso Veneto” e “Quaderni Rossi”, poi di “Classe Operaia”, il successo ottenuto nel 1968 con la parola d’ordine delle 5.000 lire uguali per tutti/e, poi la riduzione dell’orario di lavoro, l’equiparazione dei precari, le proteste contro i reparti più malsani per i lavoratori e per l’ambiente della produzione chimica, il rifiuto del nuovo contratto del 1972 e la crescente diffusione delle lotte sul territorio: case occupate, scioperi d’affitto, autoriduzione delle bollette dell’elettricità e del gas.
Infine la fase discendente nella seconda metà degli anni settanta e le ultime considerazioni su tutto ciò che è accaduto in seguito fino ad arrivare ai nostri giorni pandemici.
Note biografiche
Gianni Sbrogiò, nato nel 1946, militante di Potere operaio e poi dell’Assemblea autonoma, di “Lavoro Zero” e di “Controlavoro” ha lavorato in una fabbrica di Porto Marghera fino al suo arresto nel 1980, imputato nel processo “7 aprile”. Uscito alla fine del 1984 ha lavorato nel settore della certificazione biologica. Ora è attivo nel Comitato acqua bene comune di Padova e nelle lotte per l’ambiente e la salute.