Lettere dalla vacuita'

Lo zen e l'arte del vivere
Editore:
Anno:
2022
Numero pagine:
176
ISBN:
9791280340306
DRM:
Social DRM
Layout:
Reflowable

11,99 €

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Descrizione

L’influenza di Shunryū Suzuki Roshi sullo sviluppo del buddhismo in Occidente è stata indubbiamente enorme. Eppure, quando il maestro arrivò a San Francisco nel 1959, non aveva un piano concreto, nessuna grande strategia, solo una fiducia sconfinata nel potere del dharma. Ogni mattina si sedeva in zazen nel suo tempio, da solo, finché a poco a poco alcuni studenti americani si unirono a lui. Tutto è partito da lì: il San Francisco Zen Center, il monastero di Tassajara, la pubblicazione di Mente zen, mente di principiate, le migliaia di studenti. Alla fine degli anni Sessanta, pur consapevole della gravità delle sue condizioni di salute, ha continuato a offrire le sue preziose lezioni. Fino all’ultimo istante non ha mai smesso di condurre sulla via dell’illuminazione chi lo desiderasse, lasciando così un segno ancora più profondo nella memoria e nella coscienza dei suoi allievi e di chiunque ricercasse un’esperienza spirituale genuina e libera. Gli insegnamenti dei suoi ultimi tre anni sono raccolti in questo volume, caratterizzato dal suo stile inimitabile: allusivo e paradossale al tempo stesso, ricco di intuizioni inaspettate e capace con vigore e sensibilità di trasmettere il cuore del pensiero Zen, in una forma discorsiva autentica e priva di tecnicismi. Lettere dalla vacuità è a tutti gli effetti una risorsa essenziale per i buddhisti praticanti e per tutti coloro che sentono la necessità di avvicinarsi allo Zen, e può essere considerata un’ideale continuazione di Mente zen, mente di principiante. Questa raccolta di insegnamenti è una guida tesa a rafforzare la libertà piuttosto che a costringere in tecniche preconfezionate, è un insegnamento che sprona a coltivare la voce interiore, a toccare e a conoscere il vero sé, incoraggiandone la piena espressione.


Note biografiche

Shunryū Suzuki (1904-1971), detto anche Suzuki Roshi, nacque nella Prefettura di Kanagawa in Giappone, e fu monaco Zen Sōtō e maestro Zen. Grazie al padre, abate del tempio locale, iniziò la sua formazione nello Zen giovanissimo, maturandola per anni. Dopo aver continuato a dedicarsi alla vita sacerdotale anche durante la Seconda guerra mondiale, nel 1959 si traferì a San Francisco ma, a differenza di altri preti giunti a Occidente con “nuovi abiti e scarpe lucenti”, decise di arrivare in “vecchi abiti con una testa (rasata) lucente”, distinguendosi così subito quale umile, e poi per questo amatissimo, insegnante spirituale. Anno dopo anno accolse un numero di allievi sempre crescente, arrivando a fondare il San Francisco Zen Center e il Tassajara Zen Mountain Center, primo monastero buddhista Zen al di fuori dell’Asia. Grazie alla profondità dei suoi insegnamenti, alla nitidezza delle sue espressioni e alla costanza della sua opera sul territorio, ha contribuito al radicamento del buddhismo in Occidente, divenendo uno dei maestri spirituali più influenti del ventesimo secolo, un vero padre fondatore dello Zen in America. Dopo una lunga malattia, è morto di cancro nel dicembre del 1971.

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