Descrizione
È un'idea malsana che quando c'è guerra c'è storia, quando c'è pace no.Il sangue risparmiato fa storia come il sangue versato.Si parla e si scrive molto di guerre, di eccidi e di violenze. È il racconto del sangue versato. Ma non saremmo qui se qualcuno non avesse lavorato per risparmiare il sangue.Persone e gruppi, come quei soldati della Grande Guerra che concordavano tregue fra le trincee opposte. Popoli che misero in salvo i loro concittadini ebrei o che nascosero e protessero migliaia di militari sbandati e di prigionieri di guerra.Diplomazie e governi che hanno tramato la pace, non sempre la guerra.Senza Mandela e Tutu non ci sarebbe stata una transizione pacifica in Sudafrica, senza King un così forte movimento per i diritti civili, senza il Dalai Lama una nonviolenza tibetana, senza Ibrahim Rugova una kosovara e, soprattutto, una nonviolenza tout court senza Gandhi.La conta dei salvatiè dedicato a queste storie. Storiemolto diverse per le caratteristiche e per l'attenzione storica e mediatica che hanno ottenuto (o non ottenuto). Tutte mostrano due verità. La prima: il sangue può essere risparmiato anche da chi non ha potere, o ha un potere minimo. La seconda: se è importante raccontare una guerra, ancora più importante è descrivere come un conflitto non è deflagrato. Per capire come si può fare, e con che mezzi.
Note biografiche
Anna Bravo è stata professore associato di Storia sociale all'Università di Torino. Si occupa di storia delle donne, di memoria e storia della deportazione e del genocidio, di resistenza armata e civile. Ha cominciato a scrivere sulla stagione dei movimenti dopo le polemiche nate intorno a un suo articolo su violenza e aborto negli anni settanta. Ma, come altri che hanno vissuto quel periodo, già da molto tempo stava riflettendo e discutendo sul tema. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Il fotoromanzo (Bologna 2003); la voce I Giusti in Enciclopedia dell'Olocausto (ed. italiana a cura di Alberto Cavaglion, Torino 2003); il saggio Noi e la violenza. Trent'anni per pensarci apparso nel numero 1 del 2004 di "Genesis" (2005) e Intervista a Primo Levi, ex deportato (a cura di, con F. Cereja, Einaudi 2011).
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