Descrizione
Quando, nel 2019, sono arrivato per la prima volta a Salinas de Guaranda, un paese sulle Ande dell’Ecuador, a 3.550 metri di altitudine sul livello del mare, non vi era nemmeno una capanna, ma solo case di cemento. Alla fine degli anni Sessanta, però, quando arrivarono i missionari dell’operazione Mato Grosso, Salinas era un piccolo paese fatto di abitazioni di paglia. La maggioranza dei salineros viveva in zone isolate: non c’erano strade, luce elettrica, telefono, fognature, dispensario medico e tutti i campesinos erano sfruttati da una famiglia di latifondisti. A inizio anni Settanta, un gruppo di volontari italiani accompagnati dai salesiani istituirono una cooperativa che permise di ridistribuire la proprietà della terra a tutti i salineros attraverso piccoli prestiti: nacquero, in questo modo, un’economia comunitaria e diverse micro-imprese che non avevano proprietari se non gli stessi salineros. In che modo il “modello” Salinas, che si autodefinisce “comunitario”, “alternativo” e “critico” rispetto ai modelli economico-politici oggi dominanti in Occidente ci costringe a riflettere circa determinate problematiche connesse al fare un’“antropologia delle politiche”?
Note biografiche
Giuseppe Scandurra insegna Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara. Ha pubblicato numerosi saggi e monografie di antropologia urbana. È membro fondatore del gruppo di studio “Tracce Urbane”; direttore (con A. Alietti) del “Laboratorio di Studi Urbani”, direttore (con C. Cellamare) della rivista “Italian Journal of Urban Studies”, direttore (con B. Pizzo e G. Pozzi) della collana “Territori” e direttore (con D. Turrini) del Master in “Design della Comunicazione”.