Descrizione
Nono Stato al mondo per estensione, stretto tra Russia e Cina, il Kazakistan si trova al centro degli equilibri della “nuova guerra fredda” provocata dal conflitto in Ucraina agli inizi del 2022. In questa dettagliata ricostruzione, Fabrizio Vielmini segue la parabola politica di Nursultan Nazarbaev, autocrate visionario la cui eclissi ha innescato una lotta feroce fra i dignitari della sua corte, fatta di apparati deviati e tattiche di manipolazione di massa. Vittima ne è stata la società kazakistana, un variegato tessuto di etnie, religioni e tribù, espropriate dalle ricchezze del proprio Paese. L’adesione del regime al neo-liberismo, unita all’etnicizzazione della vita pubblica assortita da influenze islamiche, ha scosso le basi della convivenza civile. Al centro degli equilibri strategici della “nuova guerra fredda” in Ucraina, il nuovo Presidente Tokaev cerca di mantenere il Kazakistan in equilibrio fra le tempeste interne e i sommovimenti geopolitici circostanti, che rischiano di travolgere le fragili basi dell’esistenza di questo sorprendente Paese a cavallo tra Oriente e Occidente.
Note biografiche
Fabrizio Vielmini è professore associato di Relazioni internazionali alla Webster University di Tashkent (Uzbekistan). Esperto in politica estera, storia e affari della Russia, del Caucaso e dell’Asia centrale. Fra il 2002 ed il 2021 ha risieduto nell’ex-URSS, dove ha lavorato per l’OSCE (Organisation for Security and Cooperation in Europe) e l’Unione Europea. Da oltre un quarto di secolo, si dedica allo studio delle dinamiche politico-economiche del Kazakistan, Paese in cui ha vissuto a lungo.