Beschreibung
Il tema affrontato dal saggio è la potenzialità connettiva dell'interfaccia in quanto modalità alternativa di considerare lo spazio
nel progetto di architettura, e in particolar modo negli interventi di
trasformazione del costruito. Interpretato come un'evoluzione del
concetto di in-between realm sviluppatosi nel quadro dell'ambiente
culturale del Team x del secondo dopoguerra, per l'autore «Lo spazio tra – come interfaccia – è un dispositivo interattivo che instaura
delle connessioni con il contesto, apre a nuove possibilità di esperienza e favorisce la rigenerazione della preesistenza che interagisce
con il corpo del nuovo intervento». Da questo punto di vista, il tra
può essere finalmente considerato non uno spazio residuale, bensì
uno strumento spaziale progettato intenzionalmente per favorire
relazioni e connessioni prima latenti, o addirittura inesistenti, con
i vari contesti – da quelli più vicini e visibili a quelli più lontani e
invisibili, sia nello spazio che nel tempo. Il tra viene così a manifestarsi come uno spazio che, amplificando il grado di complessità del
sistema, permette di configurare un'architettura co-evolutiva: dal
progetto del nuovo intervento possono emergere dinamiche e processi che reinterpretano, gestiscono e rivalorizzano la preesistenza,
arricchendone in tal modo le potenzialità di uso e l'esperienza dello
spazio nel contesto di riferimento.
La prima parte del volume approfondisce maggiormente i fondamenti teorici e l'apparato progettuale dello spazio tra come interfaccia rintracciando radici e confrontando il lavoro di illustri architetti
come Aldo van Eyck, Alison e Peter Smithson, Colin Rowe, Peter
Eisenman e Bernard Tschumi; la seconda parte, invece, delinea possibili strategie di connessione attraverso una serie di progetti contemporanei (Ensamble Studio, Steven Holl, oma, Lacaton & Vassal,
Herzog & de Meuron, Carrilho da Graça, Emanuele Fidone e altri),
ridisegnati criticamente dall'autore.
«L'architettura non può essere autonoma,
per il semplice fatto che la sua prima
motivazione è di corrispondere a esigenze
umane e la sua prima condizione
è di collocarsi in un luogo».
Giancarlo De Carlo