Beschreibung
L’idea che la terra fertile sia un bene limitato e fondante della ricchezza non è sempre stata condivisa e non è sempre stata una priorità per chi si è occupato di giustizia sociale. Negli ultimi cinquant’anni, il lavoro, la redistribuzione della ricchezza in base a un principio di equità sociale, basato su cittadinanza e rappresentanza, lo sono stati, con lo sviluppo industriale e la crescita strutturale. La questione delle risorse bio-disponibili era stata rimossa. Il diritto alla terra e al suo uso dovrebbero appartenere alle popolazioni che la abitano e che la lavorano; la terra fertile è il presupposto per la nostra condizione urbana. Eppure, mai come in questo momento le diseguaglianze rispetto all’accesso ai beni bio-sostanziali sono state così grandi. Siamo capaci di una nuova amicizia con la terra o abbiamo decisamente rinunciato per il profitto?
Biografische Notizen
Irene Guida, architetto, è PhD in Urbanistica all’Università IUAV. Visiting Scholar presso Parsons The New School for Design di New York, in collaborazione con il Cary Institute of Ecosystem Studies di Baltimora. Assegnista di ricerca all’Università IUAV, dove attualmente insegna videografia, è stata lettrice al PoLiMi sede di Piacenza. Fra le sue pubblicazioni, Corridoi (2015) e L’acciaio tra gli ulivi (2012).
Paolo Groppo, agronomo, è MSC e PhD all’INAP-G di Parigi. Ha lavorato all’OCSE Development Centre per tre anni e per la FAO per ventotto anni come esperto per le Riforme Agrarie, l’Agricoltura Familiare, lo Sviluppo Territoriale e i Conflitti. Editor della rivista “FAO Land Reform, Land Settlment and Cooperatives” dal 1992-2006, fra le sue pubblicazioni i romanzi Marne Rosse (2014) e Libambos (2016) sul tema delle lotte per la terra fertile in Italia e in Africa.