Beschreibung
Da quando, nel 1838, il dagherrotipo irruppe sulla scena della modernità, nulla fu più come prima. Obiettivi, lastre, camere oscure e bagni chimici non configurarono soltanto una nuova, rivoluzionaria tecnica per riprodurre la realtà: ebbero effetti pervasivi sui modi stessi di percepirla e di immaginarla, quindi di rappresentarla. Con la pittura, anche la letteratura ne fu investita in pieno, tanto che ancora oggi - dopo una ulteriore rivoluzione, quella digitale - romanzi e racconti continuano a denunciare la potenza attrattiva, nel bene o nel male, del mezzo fotografico. Al rapporto quasi bisecolare tra fotografia e opere letterarie Remo Ceserani dedica qui il primo saggio d'insieme, che attraverso una vastissima ricognizione comparatistica offre un repertorio unico e guidato di presenze tematiche, strategie narrative, orientamenti teorici. Sono censite le tipologie dei fotografi-personaggi e rintracciati i campi metaforici di conio inedito, vengono analizzate le mutate procedure di descrizione ed esplorate le connessioni con gli antichi riti della memoria, mentre a poco a poco si compone di fronte al lettore un quadro di ricchezza insospettata. Da Charles Baudelaire a Italo Calvino, da William Faulkner a Julio Cortázar, da Henry James a Thomas Bernhard, da Marcel Proust ad Antonio Tabucchi, la fotografia dispiega in letteratura tutta la sua preziosa ambivalenza. Se, secondo Roland Barthes, «non sa dire ciò che dà a vedere», le parole per dirlo spettano agli scrittori, sia a chi ne esalta la funzione di verità sia a chi ne apprezza, postmodernamente, il carattere artificioso, sia al folto drappello di coloro che invece insistono sulla sua inattendibilità o sul suo aspetto stregonesco e predatorio, attribuendo all'occhio impassibile della macchina una minaccia di congelamento del tempo che resuscita lo sguardo pietrificante della Medusa.
Biografische Notizen
Remo Ceserani, già docente di Letterature comparate all’Università di Bologna, è visiting professor presso la Stanford University. Autore, con Lidia De Federicis, di un fortunato manuale di letteratura, Il materiale e l’immaginario (1979-96), e curatore del Dizionario dei temi letterari (con Mario Domenichelli e Pino Fasano, 2006-07) e di Nebbia (con Umberto Eco, 2009), ha pubblicato il romanzo satirico Viaggio in Italia del dottor Dappertutto. Attraverso vizi (e virtù) degli intellettuali (1996), e numerosi saggi, tra cui Il romanzo sui pattini (1990), Il fantastico (1996), Lo straniero (1998), Guida allo studio della letteratura (1999) e Convergenze. Gli strumenti letterari e le altre discipline (2010). Presso Bollati Boringhieri sono usciti: Raccontare la letteratura (1990), Raccontare il postmoderno (1997) e Treni di carta. L’immaginario in ferrovia: l’irruzione del treno nella letteratura moderna (2002).