Musiké

Antologia di lirici greci - TOMO I: Musiké - TOMO II: L'unità poesia-musica nella letteratura classica e moderna - LibroMisto con estensione on line
Jahr :
2017
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Beschreibung

La nuova versione di Musikè non è una semplice riedizione, ma un prodotto trasformato, sia nell’approccio critico sia nella scelta dei brani. Le introduzioni (alla poesia lirica in generale, alla giambografia, alla corodia etc.) sono state sostituite o modificate, tenendo conto della bibliografia critica che negli anni trascorsi dalla prima edizione ha arricchito e, talvolta, riorientato le conoscenze e le interpretazioni degli autori e della loro produzione lirica. Tuttavia, la novità maggiore consiste nella scelta dei brani presentati ai Colleghi e ai Discenti; in primo luogo abbiamo, infatti, dato spazio ai testi di solito assenti nei tradizionali circuiti delle antologie scolastiche, ma non per questo meno significativi ai fini della comprensione e della valutazione del percorso poetico di un autore (per es. la “Cosmogonia” di Alcmane). In secondo luogo, sono qui presentati per la prima volta alcuni brani di recentissima pubblicazione e ancora poco noti: alludo a due lunghi brani saffici, pubblicati nel 2004 e nel 2014. Nel primo (Papiro di Colonia 21351), la poetessa rivela come una vita trascorsa fra la poesia e la bellezza le renda meno sofferta la vecchiaia. Il secondo brano, noto come “Carme dei fratelli”, offre invece un’immagine inedita di Saffo, premurosa sorella che cerca, pregando Afrodite, di “liberare” il fratello dall’amore per un’etera che gli sta prosciugando il patrimonio. Un’altra novità è rappresentata da un esteso frammento di Archiloco (Papiro di Ossirinco 4708), pubblicato nel 2004, nel quale il poeta paragona la situazione sua e dei suoi compagni d’armi a quella di Agamennone e dei Greci impegnati in una battaglia contro i Misi. Il mito diventa elemento parodico e attraverso lo sfoggio di erudizione mitologica (scarsamente presente nei brani archilochei) il poeta crea un divertente paragone fra la fuga dei coloni greci (dei quale egli era, probabilmente, il comandante) e quella degli eroi greci del mito. Anche l’aspetto didattico è stato modificato rispetto alla precedente edizione. Al fine di facilitare la memorizzazione visiva della struttura di brani particolarmente complessi o interessanti dal punto di vista della costruzione (per es. per presenza di strutture anulari, di richiami a distanza di metafore etc.) sono stati, infatti, inseriti schemi grafici riassuntivi e/o illustrativi. Sostanzialmente immutata è rimasta, invece, la parte relativa al commento testuale. Di ogni brano è stata fornita la traduzione, collocata subito prima del commento al passo. Si tratta, ovviamente, di una “traduzione di servizio”, che ha il solo scopo di agevolare la comprensione da parte dello studente di testi difficili per lingua e per costruzione. Per rendere più agevole il confronto fra il testo greco e la traduzione – soprattutto nel caso delle odi di Pindaro, dalla struttura strofica estremamente complessa – si è deciso di fare una traduzione “ad verbum”, anche a costo di durezze sintattiche nella resa italiana. D’altro canto, il nostro compito non è quello di dare piacevoli traduzioni, ma quello di guidare lo studente nell’officina dell’autore, svelandogli i segreti della sua creazione e mostrandogli i meccanismi che regolano un’arte tanto perfetta. Chi volesse traduzioni raffinate ed esteticamente coinvolgenti potrà leggere le numerose “traduzioni italiane” presenti in libreria e nelle biblioteche e citati nella bibliografia (quest’ultima presente on line). Un glossario metrico, utile per orientare lo studente nel labirinto della complessa prosodia lirica, soprattutto della lirica corale, completa la proposta didattica. Si è anche ritenuto opportuno aggiungere un breve aggiornamento bibliografico, contenente alcuni significativi interventi critici, pubblicati dopo il 2007, e una breve antologia della critica (on line). Infine un particolare ringraziamento alla dott. Elvira Giordano per lo scrupoloso lavoro svolto. N.B. Il testo greco conserva lo iota ascritto, secondo l’uso dei testi critici.



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