Beschreibung
DUE VOLUMI INDIVISIBILI
Le Relazioni universali sono un testo denso, complesso, scritto per accumulazione con l’obiettivo di mostrare ed esaltare lo stato del cattolicesimo nel mondo sul finire del Cinquecento. Ma la Parte prima è innanzitutto un viaggio, un viaggio virtuale fra i quattro continenti: l’Europa familiare eppure non priva di lande oscure; l’Asia antichissima e via più conosciuta grazie alle spedizioni dei gesuiti; l’Africa incognita e mitica del Prete Gianni; infine il Mondo nuovo, l’America, terra di scoperte e di tragiche contaminazioni. Il tessuto geografico così riccamente delineato – frutto di letture eterogenee, copiature clamorose (dalla raccolta di Giovan Battista Ramusio, per esempio, o da José de Acosta) e rielaborazioni concettuali però acute ed autonome – costituisce lo sfondo interattivo delle altre tre Parti dedicate rispettivamente ai sovrani del pianeta e alla loro grandezza, ai culti diffusi per l’orbe e all’introduzione del cristianesimo in partibus infidelium. Ne emerge un affresco totale (geografico, politico, antropologico, messianico, davvero universale) tale da aver subito proiettato il suo autore, già celeberrimo per la Ragion di Stato, nel novero dei massimi pensatori del suo tempo, nonché degli storici, dei geografi e persino, a detta di alcuni interpreti, dei primi demografi. Meraviglia, urgenza, novità, servizio al principe, ideologia e fama di Botero: questi i fili rossi dell’Introduzione che suggerisce per il testo tutto – ampliato, tradotto in varie lingue, edito a più riprese nel corso del Seicento – una rilettura attenta all’epoca di transizione in cui fu concepito, all’idea di civiltà che vi è sottesa e alla straordinaria capacità di analisi dei sistemi politici e delle confessioni religiose, talune delle quali, allora come oggi, confliggenti.
Biografische Notizen
(1544-1617) Nativo di Bene Vagienna, educato giovanissimo presso il Collegio dei gesuiti di Palermo, maestro di retorica a Macerata e a Loreto, quindi in Francia e poi a Roma e Milano, segretario di Carlo e Federico Borromeo, nel 1589 pubblicò a Venezia, per i tipi di Giovanni Giolito de’ Ferrari, i dieci libri della Ragion di Stato. Un anno prima aveva dato alle stampe un altro saggio fondamentale, il Delle cause della grandezza e magnificenza delle città, mentre nel 1591 sarebbe apparsa laprima edizione delle Relazioni universali: al di là delle sue molte altre opere, il trittico lo avrebbe consacrato alla fama europea e gli avrebbe offerto nuove prospettive d’impiego. Botero, che aveva lasciato la Compagnia di Gesù nel 1580 in seguito a screzi interni e a una forma di malinconica depressione, accettò di servire il duca Carlo Emanuele I di Savoia e nel 1599 divenne precettore dei suoi tre figli maggiori. In tal veste accompagnò Filippo Emanuele, Vittorio Amedeo ed Emanuele Filiberto alla corte di Spagna, dove soggiornò tre anni, dal 1603 al 1606, ed ebbe modo di rivisitare i capitoli delle Relazioni dedicati all’Impero asburgico. Rientrato a Torino pubblicò I capitani e alcune rime di soggetto religioso, occupandosi dell’educazione dei principi Tommaso e Maurizio e ripiegandosi in un pacato raccoglimento spirituale. Fra i suoi maggiori studiosi campeggiano Federico Chabod e Luigi Firpo.
Dottore di ricerca in Storia della società europea in età moderna, già borsista della Fondazione “Luigi Firpo”, svolge attività di ricerca per l’Instituto universitario “La corte en Europa” (IULCE) dell’Università Autonoma di Madrid. Si occupa degli spazi sabaudi e del Piemonte meridionale con particolare attenzione per le frontiere e per il Monferrato, indagato specialmente nella monografia Il Monferrato gonzaghesco. Istituzioni ed élites di un micro-stato (1536-1708) (2003). Ha scritto L’Europa dei piccoli stati. Dalla prima età moderna alla fine dell’Antico Regime (2008) ragionando su un tema già caro a Botero, e per il medesimo editore, con Franca Varallo, dirige la collana “Studi sabaudi”. Per Nino Aragno ha edito il saggio L’umiltà e l’ambizione: il doppio volto della servitù di Annibale Guasco nel libro Sotto il segno di Chirone. Il Ragionamento di Annibale Guasco alla figlia Lavinia, con Introduzione e cura di L. Giachino (2011), e ha in preparazione l’edizione de I capitani e della Quinta Parte delle Relazioni universali boteriane.