Descrizione
Secondo Aldo Schiavone la parabola del berlusconismo è giunta alla fase declinante, non regge allo spegnimento delle luci della festa. Ma la sinistra è ancora in alto mare, non ha trovato una narrazione efficace e convincente. C'è bisogno di un 'nuovo inizio', oltre la memoria del passato. E anche, verrebbe da aggiungere, di leader all'altezza del compito. Piero Ignazi, "Il Sole 24 Ore"
Il libro di Schiavone ha sollevato alcuni problemi decisivi. L'autore indica, con grande chiarezza, in primo luogo il dissolversi del rapporto fra le masse organizzate dall'economia industriale della Prima Repubblica e il sistema dei partiti. Più ancora lo scomparire stesso delle classi, a partire dalla classe operaia, e l'affermarsi di un inedito 'popolo' di consumatori. Guido Crainz, "la Repubblica"
Un autore che ha il coraggio di fare affermazioni decisamente controintuitive può essere solo tre cose: o una persona con straordinarie capacità di visione; o un intellettuale che si è assunto l'ingrato compito di rincuorare il morale della sinistra; oppure, più semplicemente, un serio studioso che, avendo individuato alcune variabili per spiegare la realtà, si fida della scelta e fonda il suo ragionamento sulle relazioni tra queste variabili, senza troppo farsi distrarre dalle apparenze. Credo che Schiavone sia tutte e tre le cose, ma soprattutto la terza. Guido Martinotti, "L'Indice"
Note biografiche
Aldo Schiavone dirige l'Istituto Italiano di Scienze Umane (Firenze – Napoli). È membro onorario dell'American Academy of Arts and Science. Collabora dal 1985 a "Repubblica". Per Einaudi ha diretto la Storia di Roma (1988-1993) e ha scritto Italiani senza Italia (1998), I conti del comunismo (1999), Ius. L'invenzione del diritto in Occidente (2005) e Storia e destino (2007).